Dati bibliografici
Autore: Michele Barbi
Tratto da: Bullettino della Società Dantesca Italiana
Numero: XXV
Anno: 1918
Pagine: 47
[...] IX, 1-3. Ha spiegato perch’ io m'adiri (VIII, 121) «nonostante ch'io mi rattristi»; qui parla invece di «Virgilio adirato» e del «color rosso che gli accendeva il viso». Cfr. la mia nota in Bull., N. S., XVIII, 5-7.
IX, 50. Battersi a palme doveva essere espressione comune. Ne reca un esempio il Torraca dai Sette savi, e uno il Vocabolario dal Decameron (VIIL 7): posso aggiungerne un terzo esempio dal Commento alla D.C. dello stesso Boccaccio: Inf. III, 27, «e suon di man, come soglion far le femmine battendosi a palme». Che il sibi manus percutere o percutere sibi palmas, com’ anche semplicemente il picchiare le mani fra loro (batere palmas, suas manus percutere vel picchiare) fosse uno degli atti usuali, convenzionali, al pianto e all’esequie dei morti, è largamente comprovato dagli statuti medievali.
IX, 90. Legge: «l’aperse, chè non v’ebbe alcun ritegno». Ma qui il che non è causale. L’angelo aperse la porta per modo che niente potè trattenerla, e non già perché «non trovò ostacolo».